Mese: Gennaio 2010

  • Gioco dei reggiseni fa impazzire i maschietti di Facebook

    Gioco dei reggiseni fa impazzire i maschietti di Facebook

    Non è la prima volta che la facilità di condivisione di un messaggio tramite il social network per eccellenza, facebook, da origine a qualche “bizzarro” fenomeno. Questa volta a impazzire però sono stati i maschietti del web. Infatti da giorni gli stati delle ragazze hanno iniziato a cambiare come fossero tutte di comune accordo: “nero”, “bianco”, “verde”, “blu”, ecc… I colori, ovviamente nessuno del popolo maschile poteva saperlo, si riferiva al reggiseno indossato in quel momento dalle ladies. Neanche fossero tanti pesciolini subito i maschietti hanno abboccato all’esca: “che succede?”, “??”, “che vuol dire?”; questi sono solo alcuni dei commenti, alcuni più classici, altri più particolari, che è possibile trovare online sotto a qualche colore. Ma le sorprese non finiscono qui.

    Il gioco, che sulle prime sembrava semplicemente la burla di un qualche utente annoiato (finlandese, si mormorava) si è poi scoperto essere un “trucchetto” per una campagna di sensibilizzazione a favore della prevenzione del tumore al seno. Il tutto sembra infatti essere un preciso piano per attirare l’attenzione dei media, così da dare una certa visibilità al fenomeno. Tuttavia è ancora sconosciuto il creatore effettivo di questa particolarissima “catena di sant’antonio” anche se sembra che il tutto sia partito da Detroid, USA.

  • Metà uomo, metà scimmia: l’inquietante storia di Oliver

    Tra tutte le scoperte scientifiche dello scorso secolo forse la più sensazionale è stata proprio la mappatura del codice genetico; tuttavia, come ogni scoperta che si rispetti, anche quest’ultima ha sollevato più di un interrogativo morale. Se infatti da una parte la genetica potrebbe aiutare l’uomo, le piante e tutti gli altri animali, dall’altra potrebbe anche rubare un potere che per secoli è stato patrocinio di una sola entità: Dio. Parliamo del potere di “creare”. Infatti grazie alla fecondazione assistita o più semplicemente all’accoppiamento indotto è possibile combinare il codice genetico di diversi animali. Se la scienza ufficiale ha bandito questi esperimenti, poichè troppo “spinti” dal punto di vista etico, la scienza ufficiosa ancora non si è arresa. E infatti non sono pochi gli esperimenti che hanno dato vita a specie ibride. Come il caso del “Leopone“, (che, tra l’altro, possiede anche una pagina Wikipedia) incrocio tra un leopardo ed una leonessa. Oppure il “Tigone“, (anch’esso munito di pagina Wikipedia) che come suggerisce il nome è il risultato di un accoppiamento tra una tigre ed una leonessa. E ancora lo “Zonkey” (metà mulo e metà zebra), il “Zebrallo” (metà cavallo e metà zebra) e il “Wolphin” (metà delfino e metà orca). Ma se tutti questi esperimenti possono esercitare un certo fascino su di noi, senza turbarci più di tanto, diverso è il caso di Oliver.

    Oliver è infatti uno “strano” esemplare di Scimpanzè: privo di peluria sul volto e sul petto, predisposto ad imparare comportamenti complessi, capace di camminare in posizione eretta e di usare utensili (quali le posate) Oliver è infatti l’esemplare animale più vicino all’uomo che sia mai stato scoperto.

    Per farsi una veloce idea delle capacità di Oliver, basta guardare alcuni minuti di questo breve documentario che lo vede proprio come protagonista.

    Ovviamente la storia di Oliver ha destato subito la curiosità di molti: media, circhi, etologi, scienziati. E proprio questi ultimi sono stati i più impegnati a capire cosa potesse aver generato un essere tanto “umano” quanto Oliver. Difatti già molti anni prima, all’incirca negli anni ’20, il biologo russo Il’ja Ivanovic Ivanov aveva tentato, senza successo, di incrociare uno scimpanzè con un essere umano. Nessuno, almeno ufficialmente, aveva più osato riprodurre quell’esperimento e quei risultati erano ritenuti incrollabili. Alla luce di questi eventi è chiaro che la comparsa di Oliver aveva mosso qualcosa: subito si iniziò a riferirsi a lui come all’ “Anello Mancante”, ovvero quel gradino evolutivo che separava l’uomo dal più prossimo dei suoi antenati: la scimmia.

    Attualmente, nonostante tutte queste indiscrezioni, il parere degli esperti è unanime: Oliver è solo un “normale” Scimpanzè, come il suo DNA ha confermato. Tuttavia, vedendo le immagini che ritraggono il piccolo “Anello Mancante” c’è da chiedersi se ci sia davvero da fidarsi di questa scienza “ufficiale”.

    Wendell P. Bloyd

  • “Dorian Gray”: il celebre romanzo esteta di Oscar Wilde diventa un film

    Un dipinto: la migliore immagine di noi stessi per sempre immortalata. Immaginiamo di essere immortali, poter fare tutto quello che vogliamo, senza sensi di colpa, perchè sarà questo dipinto a subirne le conseguenze e ad invecchiare per noi. Tutto invecchia e si trasforma ai nostri occhi, tranne noi, ad eccezione ovviamente della nostra anima, immolata per sempre all’altare di Satana. Questo è Il ritratto di Dorian Gray.
    Oliver Parker ricostruisce il libro di Oscar Wilde con uno stile più spregiudicato e gotico, dando al protagonista un aspetto dark.

    Siamo nella Londra vittoriana, negli anni 90 dell’Ottocento. Dorian Gray, un bellissimo ragazzo dall’aria ingenua e un po’ svampita, giunge nella città inglese perché ha ereditato una fortuna dal nonno. Egli è orfano di entrambi i genitori. Appena arrivato conosce subito il pittore Basil Hallward e l’elegante Lord Henry Wotton. L’artista, colpito dalla stupefacente bellezza del giovane Gray, lo ritrae, creando un’opera d’arte ancora più spettacolare della realtà.  Il giovane, stuzzicato dal dissoluto Wotton, esprime un desiderio: egli vende l’anima al diavolo, purchè rimanga sempre bello e giovane. Dorian intanto si innamora della giovane attrice di teatro Sybil Vane: i due desiderano sposarsi, ma Lord Wotton, deciso a portarlo sulla strada della lussuria,  gli farà conoscere i piaceri della carne. Sybil, dalla disperazione, si suicida. Superato il lutto, Gray si farà trasportare dalla lussuria, dall’alcol, da ogni vizio. Intanto il riratto porta i segni delle sue malefatte, marcendo e invecchiando. Il giovane se ne accorgerà e nasconderà il ritratto in soffitta. L’autore dell’opera Basil Hallward chiede a Gray il quadro per esibirlo in una sua personale mostra di opere; egli pur di sviare Basil, si concederà ad egli sessualmente (il pittore cede in quanto innamorato da sempre di Dorian). Questo non basta: Dorian gli mostrerà il quadro e poi lo ucciderà. A questo punto egli partirà per un viaggio, che durerà 25 anni. Dorian sarà circondato da tante donne e numerosi piaceri, che ad un tratto non lo renderanno più felice: tormentato dalla sua vita insignificante, tornerà a Londra, dove tutti, compreso Wotton, inizieranno a sospettare della giovinezza di Gray. Il ragazzo inoltre si innamorerà della figlia di Lord Wotton, Emily, e deciderà di smettere con i vizi e la lussuria. Ma ormai il danno è fatto: Lord Wotton ha capito del maleficio e riuscirà a distruggerlo.

    La pellicola è il chiaro esempio di come la rappresentazione cinematografica non sempre rispecchia fedelmente l’opera letteraria; nonostante ciò lo spirito del romanzo è conservato nel film. La prima parte è sicuramente più fedele della seconda, nella quale si notano maggiormente le differenze con l’ opera, a partire dal personaggio di Emily Wotton. Il finale è parecchio spettacolare ma non fedele a quello del romanzo.
    Ciò che sicuramente hanno notato coloro che hanno letto Il ritratto di Dorian Gray è l’aspetto del giovane: Wilde lo dipinse biondo, riccio e con gli occhi azzurri, mentre Parker lo trasformò in un ragazzo dai capelli lunghi e castani e gli occhi scuri. Come tutte le opere di Wilde, anche Il ritratto di Dorian Gray è arricchiato di sentenze, che in questo caso vengono emesse quasi esclusivamente da lord Wotton, che ha un gusto particolare per la creazione di aforismi. Molti di questi sono quelli che perderanno Dorian, trasformando la sua anima da innocente a dissoluta.

    Del suo romanzo, Wilde disse: Basil è ciò che penso di essere. Henry è ciò che il mondo pensa di me. Dorian è ciò che io vorrei essere. In sostanza, il solo personaggio del romanzo non è altro che lui stesso.

    Il film è interpretato da:

    • Ben Barnes: Dorian Gray
    • Colin Firth: Lord Henry Wotton
    • Rebecca Hall: Emily Wotton
    • Rachel Hurd-Wood: Sybil Vane
    • Emilia Fox: Lady Victoria Wotton
    • Fiona Shaw: zia Agatha
    • Ben Chaplin: Basil Hallward
    • Maryam d’Abo: Gladys
    • Douglas Henshall: Alan Campbell
    • Caroline Goodall: Lady Radly
    • Jo Woodcock: Celia Radley
  • IPhone: attenzione ai cloni!

    IPhone: attenzione ai cloni!

    Abiti, scarpe, giocattoli… dalla Cina ormai arriva di tutto, imitazioni di marche famose vendute a meno della metà del prezzo. Ma chi se lo aspettava che venisse clonato anche l’oggetto più ricercato del momento nel campo della telefonia mobile? Sono tante le ditte cinesi adibite alla “clonazione” del melafonino, facilmente acquistabile da siti esteri a prezzi “vantaggiosi”. Effettivamente i cloni, venduti per originali, costano circa 100 euro: a molti fa gola vedere il gioiello della Apple così a buon mercato e, lasciandosi tentare, cadono nella truffa.

    E così arriva a casa una scatola nera, apparentemente appartenente alla famosa ditta californiana, contenente il famigerato IPhone. All’inizio sembra tutto nella norma: esteticamente è uguale. Ma guardandolo bene ed esaminando le caratteristiche interne del touch screen, si può notare che le differenze sono evidenti: il fake è diverso anche di dimensioni (vengono infatti pubblicizzati nuovi modelli, ovviamente falsi, di dimensione diversa), e sul retro c’è una “brutta” imitazione della famosa mela, ma non c’è traccia della scritta “IPhone”. Inoltre, lo schermo è notevolmente meno sensibile e, per questo motivo,  è presente un pennino, che in alcuni casi si allunga e funge addirittura da antenna: sì, il fake, oltre ad avere l’applicazione radio, possiede anche la televisione. Se poi si clicca sull’icona che, nell’originale, corrisponde all’App Store, si trova un convertitore di unità di misura! In alcuni c’è la possibilità di accedere al programma di messaggistica istantanea Msn: peccato però che compaia una scritta cinese. In quelli più “avanzati” c’e anche la possibilità di sfruttare la rete quadriband e utilizzare uno slot dual-sim.

    Non è detto però che questi cellulari falsi funzionino male, ma la domanda più pressante è: nello sfortunato caso che il falso melafonino avesse qualche problema, dove si può richiedere assistenza? Purtroppo nelle confezioni dei fake non è presente nessuna garanzia. Bisogna assolutamente prestare attenzione ad ogni minimo dettaglio: la battaglia degli IPhone tarocchi è appena iniziata e cloni dai particolari sempre più minuziosi saranno presto sul mercato.